L'ape è un insetto che vive in una colonia numerosa chiamata alveare, l'apicoltore offre alle api ( in cambio dei loro prodotti ) una casa, l' arnia.
Le api costruiscono la loro casa, l'alveare, utilizzando la cera che viene
prodotta da speciali ghiandole che hanno sull'addome.
La casa è composta da vari favi costruiti uno accanto
all'altro, la forma è appiattita, a semicerchio allungato.
Ogni favo è suddiviso in tantissime caratteristiche celle esagonali perfettamente
regolari.
All'interno delle celle allevano le larve (i "cuccioli" delle api) e
conservano miele e polline.
Le celle dove ci sono larve di qualche giorno e quelle dove c'è il miele maturo,
vengono chiuse ermeticamente con un sottile tappo di cera: l'opercolo.
Non tutte le celle sono uguali. Le api ne sanno costruire tipi diversi per usi
diversi. Le celle dove vengono allevati i maschi (fuchi) sono un po' più
grandi di quelle destinate alle api operaie. Quelle costruite per
accogliere le nuove regine (celle reali) sono ancora più grandi e
vengono appese esternamente ai favi.
L'alveare è sempre in ordine e perfettamente pulito, specialmente l'interno delle celle. Ci sono,
infatti, delle operaie, le spazzine, che si occupano di ripulire i favi. Ma
l'ordine e la pulizia non bastano: usano una speciale sostanza, la "propoli",
per disinfettare le celle ed isolare ermeticamente tutto ciò che non riescono a
buttare via.
Oggi gli apicoltori allevano le api in "case speciali", che si
chiamano arnie razionali.
Queste hanno la forma di una scatola e sono divise in almeno due parti:
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Le api, nel periodo in cui c'è abbondanza di nettare,
riempiono di miele tutto lo spazio che hanno a disposizione. E' proprio grazie a
questa loro naturale caratteristica che, utilizzando arnie divise in due parti,
si può ottenere il miele senza dover uccidere tutta la famiglia come si faceva
una volta.
L'ingresso di un arnia, il predellino, accoglie le api di ritorno dal raccolto.
Tutte le api nascono da piccole uova deposte dalla regina. Durante la vita
cambiano tre volte radicalmente aspetto. Quando sono "cuccioli" hanno
la forma di piccoli vermetti bianchi che vivono nelle celle esagonali. Dopo,
sempre all'interno delle celle, diventano delle "pupe", cominciano ad
avere una forma simile alle api, ma sono bianche e non hanno le
ali. Durante questa fase occupano tutto lo
spazio della cella, non mangiano e stanno ferme come se dormissero. Infine, con
la "metamorfosi", assumono l'aspetto d'insetto adulto, quello che
tutti conosciamo.
Come
tutti gli insetti hanno il corpo suddiviso in tre parti: il capo,
il torace e l'addome.
Nel capo ci sono gli occhi, le sensibilissime antenne e la bocca.
Le api hanno due grandi occhi composti (con migliaia di faccette) e tre piccoli
occhi semplici. Non vedono i colori come noi, infatti sono in grado di riconoscere il
giallo, il verde, l'azzurro ma non distinguono il rosso. In compenso vedono perfettamente l'ultravioletto.
Molte piante, per poter fare i frutti e quindi riprodursi, hanno bisogno delle
api (funzione impollinatrice). In Europa i fiori spontanei di colore rosso non
sono molto diffusi proprio perché le api non sarebbero in grado di vederli,
quindi non potrebbero impollinarli.
I paesi tropicali, invece, sono ricchi di fiori rossi perché, per questi,
l'impollinazione viene aiutata dai colibrì, piccolissimi uccelli perfettamente
in grado di vedere questo colore.
Le antenne sono importantissime per le api. E' con queste, infatti, che sentono
i sapori, gli odori, la temperatura e il grado di umidità. Con le antenne,
inoltre, le api "toccano" gli oggetti per riconoscerne la forma.
La capacità di sentire gli odori delle api è simile a quella degli uomini ma
con una importante differenza. Grazie al fatto che i loro organi olfattivi sono
sistemati sulle antenne che sono mobili, e non all'interno di cavità come
nell'uomo (narici), sono in grado di capire anche dall'odore la forma degli
oggetti. Per loro, cioè, una goccia di miele ha un odore diverso da una
strisciolina di miele.
Proprio per queste loro eccezionali capacità le api riescono ad effettuare,
nell'oscurità dell'alveare, lavori di estrema precisione come la cura delle
larve o la costruzione dei favi.
La bocca ha una forma adatta a "leccare" ed "aspirare" il
nettare dai fiori ed è assolutamente incapace di mordere e tagliare a
differenza delle cugine vespe o dei cugini calabroni.
Nel torace ci sono le ali, usate dalle api per volare ma anche per raffreddare
l'alveare quando fa troppo caldo (funzione di ventilatore), e sei zampette
dotate di vari strumenti che usano per la raccolta del polline e per pulirsi.
L'addome non ha appendici (zampe o ali), contiene il tubo digerente e vari
organi. In fondo all'addome si trova il pungiglione, l'arma di difesa
delle api. Ha una forma particolare, a doppio seghetto con i denti rivolti in
avanti. Quando l'ape punge, a causa di questa forma, spesso il pungiglione
rimane conficcato nei tessuti della vittima e l'ape muore. Non succede così
quando l'ape punge altri insetti perché la loro "pelle", che è poco
elastica, non trattiene il pungiglione.
Le api pungono solo per difendere la loro famiglia o loro stesse, non sono
affatto insetti aggressivi e litigiosi.
Il loro corpo non ha, come il nostro, uno scheletro: è sorretto e protetto da
una specie di corazza, la cuticola.
La regina nasce da uova fecondate che vengono deposte nelle celle reali, più
grandi delle altre e con una caratteristica forma a "ghianda rovesciata".
A differenza delle altre api, le regine, vengono nutrite con pappa reale
per tutta la durata dello stato larvale (quando sono dei vermetti e vivono nelle
celle) e non con miele e polline. Grazie a questo crescono di più delle operaie
e sono capaci di fare le uova.
Impiegano sedici giorni a diventare insetti adulti.
Da grandi sono lunghe da 17 a 20 millimetri e si riconoscono chiaramente perché
hanno l'addome molto sviluppato e lucente.
Il nome di regina non è forse il più adatto perché, in verità, passano tutto
il giorno a lavorare per deporre le uova: fino a 2000 al giorno, ed in casi
particolari anche di più. Escono dall'alveare solo per "scegliersi il
marito" o per "cambiare casa", insieme alle loro più fedeli
compagne (sciamatura).
Influenzano però il comportamento di tutto l'alveare producendo la "sostanza
reale" una specie di profumo che le operaie annusano con le loro antenne.
Un alveare sprovvisto di regina è destinato a morire in breve tempo.
Le regine vivono in media 4-5 anni.
I fuchi sono i maschi delle api. Sono più grandi e tozzi delle operaie,
lunghi 15 mm circa, ed hanno anche le ali più lunghe. La loro bocca non è
adatta a succhiare il nettare e non hanno nelle zampe gli strumenti che servono
per raccogliere il polline. Non sono quindi capaci di trovarsi da soli da
mangiare e devono essere mantenuti dalle operaie. Inoltre non hanno il
pungiglione e non si possono difendere.
Le loro antenne sono, però, più sofisticate e sensibili agli odori.
Nascono da uova non fecondate, in celle un po' più grandi del normale, a
cominciare dalla fine dell'inverno. Per diventare insetti adulti ci mettono 24
giorni.
Nell'arco di una stagione, di solito, in un alveare vengono allevate diverse
migliaia di fuchi.
Il loro compito è quello di accoppiarsi con una regina durante il volo nuziale.
I fuchi sono da sempre stati descritti come dei pigroni, scansafatiche che non
sanno fare altro che mangiare a sbafo e sognare di sposare una regina.
In realtà, i poveri fuchi, hanno una vita breve, circa 50 giorni, ed un po'
triste. Collaborano come possono alla vita dell'alveare producendo calore, utile
alle larve, e lavorando per il trasporto del miele all'interno della loro casa.
Nel periodo primaverile ed estivo durante le giornate calde, soleggiate e con
poco vento, escono dall'alveare in cerca di una regina. Quando la trovano la
inseguono, facendo la gara con tanti altri fuchi. L'accoppiamento avviene in
volo. Dopo essersi unito alla regina il fuco cade a terra e muore.
Gli altri fuchi, quelli che non sono riusciti a raggiungere una regina, sono
destinati ad essere cacciati via dal loro alveare e morire di fame, oppure
uccisi direttamente dalle operaie dopo il periodo dell'accoppiamento, comunque
prima dell'inizio della brutta stagione.
Le api operaie sono lunghe 12-13 mm, nascono da uova fecondate, perfettamente uguali a quelle delle regine. Queste uova vengono deposte in celle più piccole di quelle reali e nutrite con pappa reale solo i primi 4 giorni di vita. Il resto del periodo larvale mangiano polline e miele |
Le uova da cui nascono le operaie, lunghe un millimetro e mezzo, vengono deposte dalla regina sul fondo delle celle, una per ogni cella. Dopo tre giorni si schiudono dando vita a piccoli vermetti, appena visibili ad occhio nudo che si chiamano larve e vengono attentamente nutriti ed accuditi dalle api nutrici. |
Dopo sette giorni dalla schiusa, le celle dove ci sono le larve, vengono chiuse con un tappo di cera (opercolo). Le larve smettono di nutrirsi e cominciano a trasformarsi in api adulte (metamorfosi), in questa fase si chiamano "pupe". Dopo dodici giorni dalla chiusura della cella la trasformazione è completata e la giovane ape operaia comincia a muoversi, buca l'opercolo ed esce. |
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Per diventare insetti adulti impiegano 21 giorni. Le operaie cambiano molte volte lavoro durante la propria vita: fino a quattro giorni di età si occupano delle pulizia dell'alveare (api spazzine, se dovessimo dare loro un nome oggi le chiameremmo operatrici ecologiche). |
Dal quarto al decimo giorno nutrono le larve (api nutrici). Dal decimo al sedicesimo giorno si occupano della costruzione e riparazione dell'alveare perché possono produrre la cera con delle speciali ghiandole (api ceraiole o muratrici). Dopo si occupano di ricevere il polline ed il nettare portato dalle api bottinatrici, della difesa dell'alveare (api guardiane o sentinelle). |
Infine, dalla terza settimana di vita, al culmine della loro carriera,
diventano bottinatrici con il compito di raccogliere il polline, il nettare,
l'acqua e tutto quello che serve alla famiglia.La durata della loro vita può
variare da 30 giorni a 6 mesi. Infatti le api che nascono in un periodo di piena
attività dell'alveare vivono poco perché consumano tutte le loro energie nella
frenetica raccolta del nettare e del polline. Quelle nate, invece, alla fine
dell'estate ed in autunno vivono molto di più.